Voltaire… C’era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder – ten- Tronckl, un ragazzo cui la natura aveva fornito un temperamento assai mite…

C’era in Vestfalia, nel castello del signor barone di Thunder – ten- Tronckl, un ragazzo cui la natura aveva fornito un temperamento assai mite. Gli si leggeva in fronte l’indole sua. Aveva l’intelletto abbastanza solido, e il più ingenuo cuore del mondo: credo fosse chiamato Candido appunto per questo. I servitori vecchi di casa sospettavano ch’egli fosse figlio della sorella del signor barone e di un buono e rispettabil cavaliere del vicinato, non mai voluto sposare dalla damigella perché non gli era riuscito di provare che settantadue quarti soli, essendosi perduto il rimanente del suo albero genealogico per oltraggio del tempo. Il signor Barone era uno dei grandi signori della Vestfalia; il suo castello era fornito infatti di porta e di finestre, e nella maggior sala si ammirava perfino un parato; coi cani dei suoi cortili egli al bisogno poteva mettere insieme una muta; i mozzi di stalla gli facevan da bracchieri, e il curato del paese era il suo Grande Elemosiniere. Tutti gli dicevano Vostra Grazia, e crepavan dalle risa quando raccontava una delle sue barzellette. La signora Baronessa pesava intorno alle trecencinquanta libbre, e godeva perciò di una grande considerazione; le cresceva poi il rispetto, la dignità con cui soleva fare gli onori di casa. Sua figlia Cunegonda aveva diciasett’anni, ed era di bel colorito, grassottella, fresca e appetitosa. Il figlio del Barone si mostrava per ogni rispetto degno del proprio genitore. Il precettore Pangloss era l’oracolo di casa, e il piccolo Candido ascoltava i suoi insegnamenti con la fiducia propria dell’età e del suo temperamento.

Voltaire

Incipit di Candido

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